Mi e successo per caso di trovarmi a fianco della mia vecchia Università e con tanta sana curiosità ho deciso di provare a farci un giro. Al di là della difficoltà a entrare tra green pass e controlli, e il constatare, non con un pizzico di delusione, che ci sia una trafila non indifferente nel poter fare un giretto in santa pace (“sono solo una ex studentessa nostalgica” ho detto io), appena entrata mi sono sopravvenute una serie di emozioni così intense da lasciarmi un po’ interdetta. Avete presente quella sensazione che ti piglia quando nel bel mezzo del nulla più totale ti capita di sentire una canzone vecchissima che amavi alla follia e che ti ricordava momenti cari ma che poi non hai più avuto modo di sentire, dimenticando il titolo? Ecco, quella strana sana nostalgia.
Risate, convinzioni, paure, lacrime, piccoli grandi amori, le folli studiate pre esami, le pausa caffè, i pranzi in mille, la difficoltà mista ad esaltazione nel dover trovare un tavolo libero in biblioteca, i professori che amavi e che non ti volevi perdere per nulla al mondo e quelli che invece non potevi proprio sopportare, la corsa alla stampa degli statini, i compagni incredibili divenuti amici solidi negli anni, i chiostri che sapevano di amore e di leggerezza. Quante emozioni, forse troppe tutte assieme per oggi. E’ strano quando il contenitore di un tempo rimane lo stesso, ma tu nel frattempo sei cresciuta e ti senti quasi “di troppo”; eppure eri proprio lì qualche tempo fa ed eri proprio tu, solo che nel mentre è trascorsa una vita. E ti sembra quasi di rivederle tutte quelle facce che ti hanno sostenuta nel momento della laurea, le vedi sparse nei visi nuovi di quei giovani ragazzi che adesso frequentano la tua stessa aula, quella con i muri leggermente rovinati ed increspati, rimasti uguali tali ad allora. Che rara e dolce follia tornare negli stessi luoghi che ti hanno riempita di vita, di illusioni, timori e di “chissà”, da cui aspettavi solo di spiccare il volo inseguendo fra le più belle esperienze che avresti mai potuto compiere da lì a poco. Sarà anche una blanda accozzaglia di chiostri e di mura e di aule, ma quella per me è una piccola grande pietra preziosa che racconta la mia storia e quella di molti altri miei compagni. Compagni che immagino sparsi nel mondo, alla ricerca di risposte, chissà alcuni dove come quando e perché, ma in fondo chissenefrega perché mi basta per un momento- uno soltanto- rivederli lì ancora, con la mia stessa voglia di spaccare il mondo, insieme verso un unico scopo che altro non era che quello di competere contro noi stessi, così intenti a rincorrere speranze, esami e l’oggi per curarci dell’immediato futuro che avremmo scontrato da lì a poco.
