Iniziare da diversi mesi ormai a fare la volontaria per dei ragazzi diversamente abili mi ha donato grande riconoscenza.
Ebbene, si parla spesso di beneficienza e di condivisione, ma quanto spesso ci è capitato davvero di fermarci e di fare un passo profondo, quello che aiutasse concretamente qualcuno in palese difficoltà?
Mi piace fare il mio in questo piccolo gruppo di ragazzi così speciali perché non sono io ad aiutare, bensì, in un certo senso, sono loro a farmi un bel favore.
Fin dall’inizio mi è stato suggerito di non trattarli come ‘diversi’ né di compatirli, e devo ammettere sia stato un consiglio per niente scontato.
Come dice la mitica Drusilla Foer in un suo monologo, è bello parlare di ‘’Unicità’’ più che di ‘’Diversità’’.
Ognuno è unico nella sua accezione di esistenza, con le sue esperienze ed i suoi connotati; diverso da chi, in cosa, per chi?
Restaurerei e reintrodurrei il concetto di originalità e di meraviglia. Solo in questo modo potremo cogliere la bellezza di ogni unicità.
E questi ragazzi sono belli in modo esasperante: loro scherzano, sorridono, si emozionano, si scaldano, si punzecchiano, si ingelosiscono e si prendono sul ridere proprio perché sono talmente unici da sapersi Vivi, vivi per davvero.
E non importa quanta strada dovranno fare per apparire ‘normali’ agli occhi della gente- se con una carrozzina o con qualche impedimento in più- loro brillano di luce propria e sanno piacersi e apprezzarsi proprio per quello che il resto del mondo tenderebbe a oscurare.
E guai a chiamarli diversi, perché finirei per ricredermi assaporando un boccone di pasta al sugo mentre li osservo cenare nel tavolo assieme a me: quella golosità atavica che ripone quel ragazzo nel gustarsi il pane per far la scarpetta è proprio lo stesso che provo anche io. Con tanto di acquolina in bocca e occhietti furbi.
Mi viene da ridere e allora sento che ci comprendiamo con un solo sguardo, ci sorridiamo e manteniamo il segreto tra noi; improvvisamente ogni disabilità sparisce, soppiantata da una manciata di sano affetto e una dose di dolcezza pura.
Che bello comprendersi tra simili.
Quanta straordinaria e vera Bellezza.
Mi viene in mente un detto di Lao Tzu che sofferma:
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”.

Quindi grazie, meravigliose uniche stelline per tutto il bene che mi avete allegramente ricambiato.